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EQUO COMPENSO/In ritardo perfino la prima riunione della commissione (senza freelance) di Fabio Gibellino

Pronti via. Pardon. Siamo già in ritardo. Nemmeno la prima riunione è riuscita a essere puntuale. Sarà colpa di febbraio, che ha solo 28 giorni e avrà tratto in inganno tutti. Vabbé.

Lunedì 4 marzo alle 10 del mattino presso il dipartimento Editoria e informazione si riunirà per la prima volta la commissione per l’equo compenso nel lavoro giornalistico. Presenti il sottosegretario all’Editoria, Paolo Peluffo, il presidente dell’INPGI Andrea Camporese (che non è un freelance), il neo presidente della FNSI Giovanni Rossi (che non è un freelance) ed Enzo Iacopino, presidente dell’Ordine dei giornalisti (che non è un freelance).

Per gli editori, boh, non si sa ancora, e ci sono buone probabilità che, grazie al ministro Fornero e al suo parere negativo, rifiutino o non riconoscano quella che comunque è una legge dello stato e che dovranno digerire. Ma veniamo al punto. In questo primo appuntamento pare che si debbano, salvo ritardi, imprevisti e solite cose, definire le modalità di retribuzione da riconoscere a freelance e collaboratori, oltre che redigere un elenco dei media che garantiranno il rispetto dell’equità.

Nella speranza che si giunga a un risultato soddisfacente, tipo un trattamento alla pari di quanto succede in paesi civili e normali come il Regno Unito e la Germania, i cui prezzi medi degli articoli sfondano abbondantemente la media dei 150 euro netti (e non stiamo parlando di reportage e speciali), qualche leggerissima forma di terrore ci pervade.

Una sensazione che dopo il famoso seminario sui freelance che si era tenuto a Roma qualche tempo fa è diventata qualcosa di più. Io, noi, di Usgf, abbiamo il terrore di quello che i tre non freelance che ci rappresenteranno (perché noi non siamo capaci di intendere e volere), porteranno sul tavolo delle trattative. Per conto nostro, visto che parlare è facile, e fare un po’meno, ci siamo mossi. Abbiamo redatto un documento, un tariffario minimo inderogabile, e lo abbiamo sottoposto al sottosegretario Peluffo.

Che sia piaciuto o meno non lo sappiamo, però serviva far capire ai membri del governo quali sono i valori minimi perché si possa vivere di questa professione e, soprattutto, perché questa professione possa riconquistare una dignità, a tutto vantaggio dei lettori. Poi poco importa se si parlerà di crisi, per inciso chi vi scrive è convinto (e non cambia idea in merito) che il giornalismo non è vittima della crisi ma, semmai, ne è genitore, con i suoi silenzi.

Ah, già. Perché il documento non lo abbiamo girato anche a INPGI, FNSI  e OdG? Perché nell’ultima decade (almeno), troppe volte ci hanno ingannato e schernito. Non ci hanno rispettato e ascoltato, però ci hanno strumentalizzato. Quindi sul nostro sito troverete le nostre proposte. Che non sono da 15 euro simbolici. Dimenticavo. Ovviamente il nostro sogno è essere sorpresi. Dunque, FNSI, INPGI, OdG, fatelo, così potrete anche diffamarci un pochettino.

Fabio Gibellino
Esecutivo nazionale USGF

www.usgf.it [1]